_10 OTTOBRE 1943: IL LAGER NAZISTA DI VILLA WOLKONSKY VIENE MISTERIOSAMENTE CEDUTO AGLI INGLESI, MENTRE ANCORA SI COMBATTEVA, ED INCORPORATO ALL'AMBASCIATA BRITANNICA
10 OTTOBRE 1943
I misteri all'italiana, sempre esistiti, continuano. Il lato più misterioso e stupefacente è che in piena guerra, nel Sud d'Italia, mentre inglesi e nazisti si uccidevano combattendo, il consolato tedesco chiamato "VILLA WOLKONSKY" venne ceduto alla Gran Bretagna dai Nazisti. Da non dimenticare la data di questo secondo baratto, a un mese esatto dalla pacifica partenza dei Reali di Casa Savoia e pochi giorni dopo la rapina di Moellhausen di tutte le riserve d'oro della Banca d'Italia (unica ricchezza non toccata dal Console nazista, guarda caso, fu il tesoro della Corona dei Savoia, e questo dimostra come la famiglia reale fosse in pieno accordo con i nazisti).
Risulta infatti dagli atti del catasto storico che Villa Wolkonsky in data 10 ottobre 1943 venne incorporata con l'ambasciata inglese in via XX Settembre (Porta Pia). Perciò possiamo supporre, e non ci sono altre alternative, che questo sporco affare è stato definito in Vaticano, e registrato a fine guerra. Lo stesso personale del catasto è rimasto molto perplesso e non ha saputo spiegare come tutto ciò sia potuto accadere.
Dobbiamo credere che questo è uno degli altri motivi per cui diplomatici nazisti sono rimasti in Italia, altrimenti come mai un lager nazista di torture e di morti nel centro di Roma, sarebbe passato cosi facilmente in mano agli Inglesi? Che potevano farsene gli inglesi di Villa Wolkonsky? E perché i tedeschi a fine guerra aprirono la nuova ambasciata molto lontano, in Via Sacchetti?
Così scrive lo storico tedesco Erich Kuby: "Oggi VILLA WOLKONSKY è dell'Ambasciata della Gran Bretagna. La Repubblica federale tedesca non avrebbe potuto insediare i suoi rappresentanti diplomatici in un edificio che suscita con il suo nome ricordi amari nei romani delle generazioni dei più anziani". (Erich Kuby, Il Tradimento tedesco, Il Terzo Reich portò l’Italia alla rovina, Ed. Supersaggi 1996, pag. 267).
Errore madornale signor Kuby! I tedeschi della nuova Repubblica Federale non potevano più ritornare a Villa Wolkonsky, perché i nazisti l'hanno regalata ai nemici inglesi per salvarsi la pelle a fine guerra, ed occultare gli eccidi perpetrati nella capitale.
Il 5 Giugno 1944 Roma venne occupata dagli Alleati, gli inglesi entrano a Villa Wolkonsky, ereditando uno dei peggiori Lager europei, dove anche alcuni soldati e ufficiali inglesi erano stati uccisi dopo le torture subite. Non sappiamo quanti lingotti d'oro e quanta valuta straniera i tedeschi abbiano lasciato per gli inglesi dentro la grande cassaforte verde del consolato nazista, né quali documenti importanti, come non sapremo mai quanti erano i lestofanti che si spartirono le ricchezze sottratte alla Banca. E non è escluso, forse, il Vaticano. Una cosa è certa: il depauperamento delle ricchezze italiane condizionò non poco le sorti del conflitto in Italia, poiché i criminali nazisti e i loro collaboratori italiani avevano in gioco enormi interessi e provocarono un grave danno economico al popolo italiano.
10 OTTOBRE 1943
I misteri all'italiana, sempre esistiti, continuano. Il lato più misterioso e stupefacente è che in piena guerra, nel Sud d'Italia, mentre inglesi e nazisti si uccidevano combattendo, il consolato tedesco chiamato "VILLA WOLKONSKY" venne ceduto alla Gran Bretagna dai Nazisti. Da non dimenticare la data di questo secondo baratto, a un mese esatto dalla pacifica partenza dei Reali di Casa Savoia e pochi giorni dopo la rapina di Moellhausen di tutte le riserve d'oro della Banca d'Italia (unica ricchezza non toccata dal Console nazista, guarda caso, fu il tesoro della Corona dei Savoia, e questo dimostra come la famiglia reale fosse in pieno accordo con i nazisti).
Risulta infatti dagli atti del catasto storico che Villa Wolkonsky in data 10 ottobre 1943 venne incorporata con l'ambasciata inglese in via XX Settembre (Porta Pia). Perciò possiamo supporre, e non ci sono altre alternative, che questo sporco affare è stato definito in Vaticano, e registrato a fine guerra. Lo stesso personale del catasto è rimasto molto perplesso e non ha saputo spiegare come tutto ciò sia potuto accadere.
Dobbiamo credere che questo è uno degli altri motivi per cui diplomatici nazisti sono rimasti in Italia, altrimenti come mai un lager nazista di torture e di morti nel centro di Roma, sarebbe passato cosi facilmente in mano agli Inglesi? Che potevano farsene gli inglesi di Villa Wolkonsky? E perché i tedeschi a fine guerra aprirono la nuova ambasciata molto lontano, in Via Sacchetti?
Così scrive lo storico tedesco Erich Kuby: "Oggi VILLA WOLKONSKY è dell'Ambasciata della Gran Bretagna. La Repubblica federale tedesca non avrebbe potuto insediare i suoi rappresentanti diplomatici in un edificio che suscita con il suo nome ricordi amari nei romani delle generazioni dei più anziani". (Erich Kuby, Il Tradimento tedesco, Il Terzo Reich portò l’Italia alla rovina, Ed. Supersaggi 1996, pag. 267).
Errore madornale signor Kuby! I tedeschi della nuova Repubblica Federale non potevano più ritornare a Villa Wolkonsky, perché i nazisti l'hanno regalata ai nemici inglesi per salvarsi la pelle a fine guerra, ed occultare gli eccidi perpetrati nella capitale.
Il 5 Giugno 1944 Roma venne occupata dagli Alleati, gli inglesi entrano a Villa Wolkonsky, ereditando uno dei peggiori Lager europei, dove anche alcuni soldati e ufficiali inglesi erano stati uccisi dopo le torture subite. Non sappiamo quanti lingotti d'oro e quanta valuta straniera i tedeschi abbiano lasciato per gli inglesi dentro la grande cassaforte verde del consolato nazista, né quali documenti importanti, come non sapremo mai quanti erano i lestofanti che si spartirono le ricchezze sottratte alla Banca. E non è escluso, forse, il Vaticano. Una cosa è certa: il depauperamento delle ricchezze italiane condizionò non poco le sorti del conflitto in Italia, poiché i criminali nazisti e i loro collaboratori italiani avevano in gioco enormi interessi e provocarono un grave danno economico al popolo italiano.