_DICEMBRE 1994: IL COMUNE DI ROMA COMUNICA ALL'AUTORE CHE LE PERSONE SCOMPARSE DURANTE LA GUERRA, TUTTE RIMASTE SENZA UN NOME, SONO 43.700
ROMA, 20 DICEMBRE 1994
È la data in cui il Comune di Roma comunica all'autore del libro-denuncia che le persone scomparse, tutte senza un nome, sono elencate in 17 registri per un totale di 43.700 deceduti, senza alcuna indicazione relativa allo stato civile o militare, né alcun elemento circa la causa o la località del decesso. Il Comune comunica altresì che un aiuto in tal senso potrebbe forse apportarlo il Ministro della Difesa, che molto probabilmente è in possesso di tutti i nominativi dei militari morti in guerra, della località ove avvenne il decesso, ecc.
Già in passato, l'autore del libro-denuncia ed altri sopravvissuti si erano recati spesso al Ministero degli Interni e a quello della Difesa, ma inutilmente. Se non sono stati arrestati per le loro continue e insistenti proteste, è solo perché non si voleva che si scoprisse il motivo delle loro richieste. È strano però il fatto che come Ministro della Difesa vi fosse sempre Giulio Andreotti, per ben 9 legislature, in un lungo periodo di 17 anni (precisamente dal 19.05.57 al 03.10.74), proprio in quegli anni in cui gli inglesi si davano da fare per completare l'occultamento dei resti umani di Villa Wolkonsky, lasciatagli in eredità dai nazisti.
Non si desidera fare insinuazioni, oppure collegare la lunga permanenza di Andreotti in tale Ministero con Villa Wolkonsky, ma quello che lascia perplessi è la durata della sua carica in tale ufficio, senza contare lo strano comportamento sul caso di Moellhausen.
Quando avvennero queste tragedie, l'autore del libro-denuncia era comandante di duecento partigiani socialisti; trentacinque di questi, lui compreso, vennero catturati dalla Gestapo, insieme a 7 disertori tedeschi fuggiti da Villa Wolkonsky, scioccati e terrorizzati perché costretti ad obbedire all'ordine di assassinare degli esseri umani. Mentre gli anni passavano, però, i testimoni morivano prematuramente a causa delle dure vicissitudini subite e delle persecuzioni di cui furono oggetto nel dopoguerra perché tacessero. Tra una persecuzione e l'altra, tuttavia, lottarono sempre affinché venisse a galla quello che i manigoldi del potere assoluto tenevano nascosto.
ROMA, 20 DICEMBRE 1994
È la data in cui il Comune di Roma comunica all'autore del libro-denuncia che le persone scomparse, tutte senza un nome, sono elencate in 17 registri per un totale di 43.700 deceduti, senza alcuna indicazione relativa allo stato civile o militare, né alcun elemento circa la causa o la località del decesso. Il Comune comunica altresì che un aiuto in tal senso potrebbe forse apportarlo il Ministro della Difesa, che molto probabilmente è in possesso di tutti i nominativi dei militari morti in guerra, della località ove avvenne il decesso, ecc.
Già in passato, l'autore del libro-denuncia ed altri sopravvissuti si erano recati spesso al Ministero degli Interni e a quello della Difesa, ma inutilmente. Se non sono stati arrestati per le loro continue e insistenti proteste, è solo perché non si voleva che si scoprisse il motivo delle loro richieste. È strano però il fatto che come Ministro della Difesa vi fosse sempre Giulio Andreotti, per ben 9 legislature, in un lungo periodo di 17 anni (precisamente dal 19.05.57 al 03.10.74), proprio in quegli anni in cui gli inglesi si davano da fare per completare l'occultamento dei resti umani di Villa Wolkonsky, lasciatagli in eredità dai nazisti.
Non si desidera fare insinuazioni, oppure collegare la lunga permanenza di Andreotti in tale Ministero con Villa Wolkonsky, ma quello che lascia perplessi è la durata della sua carica in tale ufficio, senza contare lo strano comportamento sul caso di Moellhausen.
Quando avvennero queste tragedie, l'autore del libro-denuncia era comandante di duecento partigiani socialisti; trentacinque di questi, lui compreso, vennero catturati dalla Gestapo, insieme a 7 disertori tedeschi fuggiti da Villa Wolkonsky, scioccati e terrorizzati perché costretti ad obbedire all'ordine di assassinare degli esseri umani. Mentre gli anni passavano, però, i testimoni morivano prematuramente a causa delle dure vicissitudini subite e delle persecuzioni di cui furono oggetto nel dopoguerra perché tacessero. Tra una persecuzione e l'altra, tuttavia, lottarono sempre affinché venisse a galla quello che i manigoldi del potere assoluto tenevano nascosto.