_11 OTTOBRE 1946: NAZISTI RIMASTI IN ITALIA COMPIONO UN ATTENTATO CONTRO L'AMBASCIATA BRITANNICA DI VIA XX SETTEMBRE PER COSTRINGERE GLI INGLESI AL RISPETTO DEI PATTI
31 OTTOBRE 1946
ORE 1,30 di notte. Una grande esplosione terroristica distrusse completamente l'Ambasciata Britannica di via XX Settembre, nei pressi di Porta Pia. Era il primo micidiale attentato che si verificava nell'Europa liberata dal nazifascismo. L'ambasciatore inglese Sir Noel Charles e anche molti giornali, fecero circolare la voce che l'attentato era stato forse di matrice ebrea. La verità però era diversa. I nazisti, che avevano patteggiato Villa Wolkonsky con gli inglesi, costatando che i lavori per far sparire tutte le persone uccise e sotterrate nell'ex consolato tedesco non venivano effettuati, e spaventati dalla brutta piega che stava prendendo il processo contro Kappler, avevano organizzato l'attentato per obbligare gli inglesi a mantenere fede ai patti stipulati. E infatti l'ambasciatore e tutto il suo personale di lavoro furono costretti a trasferirsi a "Villa Wolkonsky". Da allora, iniziarono il recupero delle persone assassinate facendo scavare il terreno metro per metro. I soliti diplomatici nazisti e i loro dipendenti non si erano mai mossi dall'Italia, appunto per sorvegliare la sicurezza che l'affare commerciale tra inglesi e nazisti, nato su quei morti, fosse concluso senza conseguenze né per gli uni né per gli altri. Uno di questi nazisti rimasti allora in Italia (ci rimarrà fino alla morte) era l'ex console di Villa Wolkonsky, Moellhausen, colui che fu mandato in Italia insieme a Rahn e Wolff nell'agosto del'43 per reprimere e uccidere, dopo l'arresto di Mussolini ad opera del Re e di Badoglio.
Questo signore non si è mai mosso dall'Italia, escluso qualche viaggio a Lisbona e in Germania. Si è sposato, è diventato un "onorabile cittadino italiano" con industrie in Italia e Germania. Fu lui il responsabile degli eccidi avvenuti in quel consolato che comandava, fu lui ad aver prelevato tutte le riserve d'oro della Banca d'Italia e milioni di valuta straniera.
Tutti questi fatti sono stati riportati nel libro-denuncia Villa Wolkonsky. L'autore non è stato però il solo ad aver denunciato ladri e mentitori. Ecco che salta fuori, con molta modestia, il Senatore Giulio Andreotti, proprietario della rivista "CONCRETEZZA", nella quale (n. 4 del 22 settembre 1975 ) si legge: "Il 22 settembre il console tedesco a Roma, Moellhausen, seguìto da una piccola scorta armata di 6 paracadutisti, nella solita tenuta di guerra, ingiunge al governatore con modi sprezzanti ed insultanti la consegna dell'oro e della valuta. Si salverà solo il Tesoro della Corona". (documento 11)
31 OTTOBRE 1946
ORE 1,30 di notte. Una grande esplosione terroristica distrusse completamente l'Ambasciata Britannica di via XX Settembre, nei pressi di Porta Pia. Era il primo micidiale attentato che si verificava nell'Europa liberata dal nazifascismo. L'ambasciatore inglese Sir Noel Charles e anche molti giornali, fecero circolare la voce che l'attentato era stato forse di matrice ebrea. La verità però era diversa. I nazisti, che avevano patteggiato Villa Wolkonsky con gli inglesi, costatando che i lavori per far sparire tutte le persone uccise e sotterrate nell'ex consolato tedesco non venivano effettuati, e spaventati dalla brutta piega che stava prendendo il processo contro Kappler, avevano organizzato l'attentato per obbligare gli inglesi a mantenere fede ai patti stipulati. E infatti l'ambasciatore e tutto il suo personale di lavoro furono costretti a trasferirsi a "Villa Wolkonsky". Da allora, iniziarono il recupero delle persone assassinate facendo scavare il terreno metro per metro. I soliti diplomatici nazisti e i loro dipendenti non si erano mai mossi dall'Italia, appunto per sorvegliare la sicurezza che l'affare commerciale tra inglesi e nazisti, nato su quei morti, fosse concluso senza conseguenze né per gli uni né per gli altri. Uno di questi nazisti rimasti allora in Italia (ci rimarrà fino alla morte) era l'ex console di Villa Wolkonsky, Moellhausen, colui che fu mandato in Italia insieme a Rahn e Wolff nell'agosto del'43 per reprimere e uccidere, dopo l'arresto di Mussolini ad opera del Re e di Badoglio.
Questo signore non si è mai mosso dall'Italia, escluso qualche viaggio a Lisbona e in Germania. Si è sposato, è diventato un "onorabile cittadino italiano" con industrie in Italia e Germania. Fu lui il responsabile degli eccidi avvenuti in quel consolato che comandava, fu lui ad aver prelevato tutte le riserve d'oro della Banca d'Italia e milioni di valuta straniera.
Tutti questi fatti sono stati riportati nel libro-denuncia Villa Wolkonsky. L'autore non è stato però il solo ad aver denunciato ladri e mentitori. Ecco che salta fuori, con molta modestia, il Senatore Giulio Andreotti, proprietario della rivista "CONCRETEZZA", nella quale (n. 4 del 22 settembre 1975 ) si legge: "Il 22 settembre il console tedesco a Roma, Moellhausen, seguìto da una piccola scorta armata di 6 paracadutisti, nella solita tenuta di guerra, ingiunge al governatore con modi sprezzanti ed insultanti la consegna dell'oro e della valuta. Si salverà solo il Tesoro della Corona". (documento 11)