_LETTERA - DENUNCIA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CIAMPI, E AD ALCUNI MINISTRI, CON RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA, VIOLANTE
IlI.mo Presidente della Repubblica
CARLO AZEGLIO CIAMPI
E. P. C.: COMMISSiONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Ill. Min. della Difesa SERGIO MATTARELLA
lll. Min. della Giustizia PIETRO FASSINO
Ill. Presidente della Camera LUCIANO VIOLANTE
Con la presente mi permetto, con il dovuto rispetto, di sottoporre alla Vostra attenzione alcune mie osservazioni. Mi riferisco, in particolare, alla clamorosa scoperta, denunciata dal PG militare Bonagura in occasione dell'apertura del nuovo anno giudiziario: ben 695 fascicoli di stragi naziste, per un totale di 15.000 esseri umani trucidati, trovati abbandonati in un armadio, nei sotterranei del Tribunale Militare di Roma. Qualcuno, forse gli ex ministri della Difesa e degli Esteri, forse gli ex PG militari, si sono dati da fare affinché tali crimini non venissero puniti. In tempi di guerra fredda - è questo che si legge sui vari giornali - «non era opportuno riaprire le ferite con la Germania di Konrad Adenauer che era diventata un baluardo antisovietico a fianco della Nato» (L'Espresso, 9 novembre 2000). E così, si è preferito occultare le stragi, insabbiare i fascicoli "per ragioni di Stato". Ma se si pensa che ora la verità sia finalmente venuta alla luce, ci si sbaglia. Molti altri crimini sono rimasti insabbiati, mentre le vittime sarebbero in realtà oltre 100.000: solo nella città di Roma e nel resto del Lazio, risulterebbero, incredibilmente, 43.700 persone uccise dai nazi-fascisti, persone rimaste tutte senza un nome, perché spogliate dei documenti d'identificazione. Conoscete Villa Wolkonsky? E' una villa medievale che si trova a Roma, davanti alla chiesa di San Giovanni Laterano, ed è stata teatro di atroci torture e di un terribile eccidio. Nel 1933 divenne l'ambasciata del III Reich in Italia. Dopo il 1938, anno in cui furono siglate le leggi razziali, la Gestapo assunse il comando dell'edificio, i cui sotterranei furono ristrutturati ed adibiti a carceri. L'anno seguente, 1939, diventò papa Eugenio Pacelli, con il nome di Pio Xll. Sotto il silenzio del Vaticano, tra il 1943 e il 1944, ben 43.700 esseri umani, compresi fascisti dissidenti, donne e bambini innocenti, furono trucidati al centro della capitale del cattolicesimo. Mentre ancora in Italia si combatteva, la villa venne "ceduta" agli inglesi, e di quei morti non si seppe più nulla. Almeno fino al 1988, quando uno dei superstiti si recò, col permesso dell'ambasciata inglese, ad indicare le fosse comuni. Quest'uomo, Franco Felice Napoli, è il sottoscritto, torturato a Villa Wolkonsky e in via Tasso, poi miracolosamente salvatosi.
I documenti di questa enorme massa di persone uccise devono trovarsi verosimilmente al Ministero della Difesa. Il ministro Sergio Mattarella, che mi legge per conoscenza, qualora non dovesse rinvenirli, è pregato di contattarmi: avrò cura di indicargli personalmente dove si trovano gli originali.
L'esigenza di portare alla luce la verità - in cui mi sono impegnato fin dal 1946 è ciò che mi ha spinto anche a testimoniare contro Erich Priebke, per provocare il nazista affinché confessasse gli eccidi avvenuti a Villa Wolkonsky, e per presentare alla corte giudicante il mio libro denuncia Villa Wolkonsky, il Lager nazista di Roma. Capisco la difficoltà, per i nostri ministri e diplomatici, di portare a galla tali eccidi, a causa dell'accettazione di inviti, in passato e più recentemente, da parte della regina Elisabetta, proprio in quel luogo in cui ogni metro è imbrattato del sangue di migliaia di esseri umani. La stessa Germania Federale non ha voluto insediare nuovamente il suo consolato in tale edificio, talmente erano spaventati dei delitti avvenuti. E' chiaro che i nostri rappresentanti governativi non sapevano nulla di tale tragedia, altrimenti non avrebbero sicuramente accettato l'invito deqli inglesi, probabilmente organizzato apposta per coinvolgere moralmente i nostri ministri. Ma ciò non deve costituire, nel modo più assoluto, un impedimento all'emergere di quella verità, che di diritto appartiene al popolo italiano ed alle vecchie e nuove generazioni, non ai partiti politici, che hanno fatto della storia una bigiotteria di mercato.
Indipendentemente da quanto scritto sopra, penso che sarebbe opportuno concedere la libertà al tedesco - condannato in appello all'ergastolo - a condizione che collabori con la giustizia (non quella militare), confessando gli eccidi avvenuti all'interno dell'ex consolato tedesco di Villa Wolkonsky, quelli nei comandi nazisti situati nei castelli romani ed altri al Nord, il cui comando della Gestapo era situato a Brescia, per il quale Priebke svolgeva la funzione di capo della polizia di collegamento con le brigate nere, ecc. Tale mia proposta è stata pubblicata anche dai giornali, come il Corriere del Ticino del 16 aprile 1997.
So di non avere titolo, né competenza per presentare tale richiesta, ma la ritengo necessaria affinché vengano alla luce quei fatti il cui occultamento ha permesso oggi il risorgere del fascismo sotto altre sigle. Quanto Vi chiedo, non è dettato da arroganza, né sono una persona esibizionista, desiderosa di farsi pubblicità: in questa complicata vicenda, non pretendo di arrogarmi la ragione ad ogni costo, ergermi io a giudice dei giudici, non ho la preparazione, né l'autorità per farlo, chiamo solo in causa chi di dovere. Non sono un avvocato, né un grande studioso, ma un semplice autodidatta che ha cercato di conoscere da solo ciò che riteneva utile per affrontare questa avventura in cui si è imbarcato fin dal dopoguerra, subendo incredibili persecuzioni ed attentati all'unico scopo di chiudergli la bocca. Una cosa tuttavia so più di tanti giudici, avvocati e ministri, ed è qualcosa che non s'impara sui libri di scuola: io c'ero, ho visto, scoperto e subito sulla mia stessa pelle dolori e sofferenze che solo chi è un reduce come me può conoscere.
Questi crimini non sono stati occultati per "ragioni di Stato", ma per tanti altri motivi. Inoltre, non solo com'è risultato, senza ombra di dubbio, 43.700 esseri umani sono stati trucidati dai nazi-fascisti a Roma e nel Lazio, tutti senza un nome, non solo si è verificato l'occultamento di centinaia fascicoli di prezzolati assassini nei sotterranei del Tribunale Militare, ma incredibilmente, sono stati bruciati i nominativi di migliaia di detenuti politici nel carcere di Regina Coeli, affinché non si scoprisse l'identità di deportati, condannati a morte e trucidati. Come pure è stata constatata la sparizione, dal Museo Storico di via Tasso, di migliaia di schede della Gestapo, in cui erano indicare le vittime torturate ed uccise. Guarda caso, il presidente di tale istituto era niente di meno che il "partigiano" e senatore Paolo Emilio Taviani, uno di coloro che si sospetta abbia ordinato l'occultamento dei fascicoli, con la scusa di non ostacolare la Germania.
Si è saputo, inoltre, che nel 1999 sono stati rinvenute decine di scheletri nei pozzi romani in occasione dei restauri per il Giubileo, scheletri che è stato ipotizzato essere di vittime dell'olocausto nazista. Nessuna autorità giudiziaria, né deputati, né ministri hanno mosso un dito affinché si aprisse un'inchiesta o si svolgesse un'autopsia, per capire come furono uccisi. Anche questo insabbiamento è stato deciso "per ragioni di Stato"? e tali "ragioni di Stato" sussistono ancora?
Molte sono le ipotesi che chi, come me, è stato veramente nella storia può presentare in risposta alla domanda: Perché questi occultamenti?: per salvare criminali nazi-fascisti; per occultare i Lager e gli eccidi compiuti a Roma, capitale del cattolicesimo; per gli intrighi avvenuti poco prima dell'8 settembre 1943, tra nazisti, Savoia e inglesi, con la mediazione di persone interne al Vaticano; per macchinazioni successive, tra il capo delle SS e quello dei servizi segreti OSS, Allen Dulles, in Svizzera. In tutti questi complotti e delitti occultati, quanta parte devono aver avuto le riserve d'oro della Banca d'ltalia, e quanti ne hanno goduto?
Tutti coloro che hanno insabbiato - ministri o PG militari - gli eccidi degli eroi italiani - perché tali sono veramente - rimasti senza un nome e senza gloria, hanno commesso la peggiore vigliaccheria, perché si sono resi moralmente complici dei nazi-fascisti.
Ringraziandovi per l'attenzione accordatami, Vi porgo Cordiali saluti,
Franco F. Napoli
Via Sant'Abbondio, 11 22100 COMO
(documento 16)
RISPOSTA DI ALDO STEFANIN - CAMERA DEI DEPUTATI - IL CONSIGLIERE CAPO DELLA SEGRETERIA DEL PRESIDENTE - ROMA, 6 APRILE 2001
Egregio signor Napoli,
il Presidente della Camera, Luciano Violante, ha ricevuto ed ha letto con attenzione la Sua lettera, inviatagli per conoscenza, lo scorso 22 febbraio.
Nel prendere atto di quanto in essa contenuto il Presidente desidera informarLa che la Commissione Giustizia della Camera ha svolto nei mesi scorsi un'indagine conoscitiva avente ad oggetto le stragi compiute nel nostro Paese durante i venti mesi di occupazione dell'esercito del III Reich ed in particolare il rinvenimento di 695 fascicoli relativi a crimini nazifascisti.
Desidero informarLa inoltre che nel documento conclusivo la Commissione Giustizia ha sottolineato l'importanza di istituire, nella prossima legislatura, una commissione d'inchiesta su quei fatti per verificare quali siano stati gli ostacoli che hanno impedito alla giustizia di fare il suo corso, avvalendosi anche di un Comitato di studiosi che lavori ad una ricostruzione storica esauriente dell'intera vicenda.
Spero di farLe cosa gradita inviandoLe i resoconti stenografici dell'indagine conoscitiva nonché il documento conclusivo approvato il 6 marzo scorso.
Il Presidente Violante Le invia i suoi più cordiali saluti cui unisco i miei personali
dott. Aldo Stefanin (documento 17)
IlI.mo Presidente della Repubblica
CARLO AZEGLIO CIAMPI
E. P. C.: COMMISSiONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Ill. Min. della Difesa SERGIO MATTARELLA
lll. Min. della Giustizia PIETRO FASSINO
Ill. Presidente della Camera LUCIANO VIOLANTE
Con la presente mi permetto, con il dovuto rispetto, di sottoporre alla Vostra attenzione alcune mie osservazioni. Mi riferisco, in particolare, alla clamorosa scoperta, denunciata dal PG militare Bonagura in occasione dell'apertura del nuovo anno giudiziario: ben 695 fascicoli di stragi naziste, per un totale di 15.000 esseri umani trucidati, trovati abbandonati in un armadio, nei sotterranei del Tribunale Militare di Roma. Qualcuno, forse gli ex ministri della Difesa e degli Esteri, forse gli ex PG militari, si sono dati da fare affinché tali crimini non venissero puniti. In tempi di guerra fredda - è questo che si legge sui vari giornali - «non era opportuno riaprire le ferite con la Germania di Konrad Adenauer che era diventata un baluardo antisovietico a fianco della Nato» (L'Espresso, 9 novembre 2000). E così, si è preferito occultare le stragi, insabbiare i fascicoli "per ragioni di Stato". Ma se si pensa che ora la verità sia finalmente venuta alla luce, ci si sbaglia. Molti altri crimini sono rimasti insabbiati, mentre le vittime sarebbero in realtà oltre 100.000: solo nella città di Roma e nel resto del Lazio, risulterebbero, incredibilmente, 43.700 persone uccise dai nazi-fascisti, persone rimaste tutte senza un nome, perché spogliate dei documenti d'identificazione. Conoscete Villa Wolkonsky? E' una villa medievale che si trova a Roma, davanti alla chiesa di San Giovanni Laterano, ed è stata teatro di atroci torture e di un terribile eccidio. Nel 1933 divenne l'ambasciata del III Reich in Italia. Dopo il 1938, anno in cui furono siglate le leggi razziali, la Gestapo assunse il comando dell'edificio, i cui sotterranei furono ristrutturati ed adibiti a carceri. L'anno seguente, 1939, diventò papa Eugenio Pacelli, con il nome di Pio Xll. Sotto il silenzio del Vaticano, tra il 1943 e il 1944, ben 43.700 esseri umani, compresi fascisti dissidenti, donne e bambini innocenti, furono trucidati al centro della capitale del cattolicesimo. Mentre ancora in Italia si combatteva, la villa venne "ceduta" agli inglesi, e di quei morti non si seppe più nulla. Almeno fino al 1988, quando uno dei superstiti si recò, col permesso dell'ambasciata inglese, ad indicare le fosse comuni. Quest'uomo, Franco Felice Napoli, è il sottoscritto, torturato a Villa Wolkonsky e in via Tasso, poi miracolosamente salvatosi.
I documenti di questa enorme massa di persone uccise devono trovarsi verosimilmente al Ministero della Difesa. Il ministro Sergio Mattarella, che mi legge per conoscenza, qualora non dovesse rinvenirli, è pregato di contattarmi: avrò cura di indicargli personalmente dove si trovano gli originali.
L'esigenza di portare alla luce la verità - in cui mi sono impegnato fin dal 1946 è ciò che mi ha spinto anche a testimoniare contro Erich Priebke, per provocare il nazista affinché confessasse gli eccidi avvenuti a Villa Wolkonsky, e per presentare alla corte giudicante il mio libro denuncia Villa Wolkonsky, il Lager nazista di Roma. Capisco la difficoltà, per i nostri ministri e diplomatici, di portare a galla tali eccidi, a causa dell'accettazione di inviti, in passato e più recentemente, da parte della regina Elisabetta, proprio in quel luogo in cui ogni metro è imbrattato del sangue di migliaia di esseri umani. La stessa Germania Federale non ha voluto insediare nuovamente il suo consolato in tale edificio, talmente erano spaventati dei delitti avvenuti. E' chiaro che i nostri rappresentanti governativi non sapevano nulla di tale tragedia, altrimenti non avrebbero sicuramente accettato l'invito deqli inglesi, probabilmente organizzato apposta per coinvolgere moralmente i nostri ministri. Ma ciò non deve costituire, nel modo più assoluto, un impedimento all'emergere di quella verità, che di diritto appartiene al popolo italiano ed alle vecchie e nuove generazioni, non ai partiti politici, che hanno fatto della storia una bigiotteria di mercato.
Indipendentemente da quanto scritto sopra, penso che sarebbe opportuno concedere la libertà al tedesco - condannato in appello all'ergastolo - a condizione che collabori con la giustizia (non quella militare), confessando gli eccidi avvenuti all'interno dell'ex consolato tedesco di Villa Wolkonsky, quelli nei comandi nazisti situati nei castelli romani ed altri al Nord, il cui comando della Gestapo era situato a Brescia, per il quale Priebke svolgeva la funzione di capo della polizia di collegamento con le brigate nere, ecc. Tale mia proposta è stata pubblicata anche dai giornali, come il Corriere del Ticino del 16 aprile 1997.
So di non avere titolo, né competenza per presentare tale richiesta, ma la ritengo necessaria affinché vengano alla luce quei fatti il cui occultamento ha permesso oggi il risorgere del fascismo sotto altre sigle. Quanto Vi chiedo, non è dettato da arroganza, né sono una persona esibizionista, desiderosa di farsi pubblicità: in questa complicata vicenda, non pretendo di arrogarmi la ragione ad ogni costo, ergermi io a giudice dei giudici, non ho la preparazione, né l'autorità per farlo, chiamo solo in causa chi di dovere. Non sono un avvocato, né un grande studioso, ma un semplice autodidatta che ha cercato di conoscere da solo ciò che riteneva utile per affrontare questa avventura in cui si è imbarcato fin dal dopoguerra, subendo incredibili persecuzioni ed attentati all'unico scopo di chiudergli la bocca. Una cosa tuttavia so più di tanti giudici, avvocati e ministri, ed è qualcosa che non s'impara sui libri di scuola: io c'ero, ho visto, scoperto e subito sulla mia stessa pelle dolori e sofferenze che solo chi è un reduce come me può conoscere.
Questi crimini non sono stati occultati per "ragioni di Stato", ma per tanti altri motivi. Inoltre, non solo com'è risultato, senza ombra di dubbio, 43.700 esseri umani sono stati trucidati dai nazi-fascisti a Roma e nel Lazio, tutti senza un nome, non solo si è verificato l'occultamento di centinaia fascicoli di prezzolati assassini nei sotterranei del Tribunale Militare, ma incredibilmente, sono stati bruciati i nominativi di migliaia di detenuti politici nel carcere di Regina Coeli, affinché non si scoprisse l'identità di deportati, condannati a morte e trucidati. Come pure è stata constatata la sparizione, dal Museo Storico di via Tasso, di migliaia di schede della Gestapo, in cui erano indicare le vittime torturate ed uccise. Guarda caso, il presidente di tale istituto era niente di meno che il "partigiano" e senatore Paolo Emilio Taviani, uno di coloro che si sospetta abbia ordinato l'occultamento dei fascicoli, con la scusa di non ostacolare la Germania.
Si è saputo, inoltre, che nel 1999 sono stati rinvenute decine di scheletri nei pozzi romani in occasione dei restauri per il Giubileo, scheletri che è stato ipotizzato essere di vittime dell'olocausto nazista. Nessuna autorità giudiziaria, né deputati, né ministri hanno mosso un dito affinché si aprisse un'inchiesta o si svolgesse un'autopsia, per capire come furono uccisi. Anche questo insabbiamento è stato deciso "per ragioni di Stato"? e tali "ragioni di Stato" sussistono ancora?
Molte sono le ipotesi che chi, come me, è stato veramente nella storia può presentare in risposta alla domanda: Perché questi occultamenti?: per salvare criminali nazi-fascisti; per occultare i Lager e gli eccidi compiuti a Roma, capitale del cattolicesimo; per gli intrighi avvenuti poco prima dell'8 settembre 1943, tra nazisti, Savoia e inglesi, con la mediazione di persone interne al Vaticano; per macchinazioni successive, tra il capo delle SS e quello dei servizi segreti OSS, Allen Dulles, in Svizzera. In tutti questi complotti e delitti occultati, quanta parte devono aver avuto le riserve d'oro della Banca d'ltalia, e quanti ne hanno goduto?
Tutti coloro che hanno insabbiato - ministri o PG militari - gli eccidi degli eroi italiani - perché tali sono veramente - rimasti senza un nome e senza gloria, hanno commesso la peggiore vigliaccheria, perché si sono resi moralmente complici dei nazi-fascisti.
Ringraziandovi per l'attenzione accordatami, Vi porgo Cordiali saluti,
Franco F. Napoli
Via Sant'Abbondio, 11 22100 COMO
(documento 16)
RISPOSTA DI ALDO STEFANIN - CAMERA DEI DEPUTATI - IL CONSIGLIERE CAPO DELLA SEGRETERIA DEL PRESIDENTE - ROMA, 6 APRILE 2001
Egregio signor Napoli,
il Presidente della Camera, Luciano Violante, ha ricevuto ed ha letto con attenzione la Sua lettera, inviatagli per conoscenza, lo scorso 22 febbraio.
Nel prendere atto di quanto in essa contenuto il Presidente desidera informarLa che la Commissione Giustizia della Camera ha svolto nei mesi scorsi un'indagine conoscitiva avente ad oggetto le stragi compiute nel nostro Paese durante i venti mesi di occupazione dell'esercito del III Reich ed in particolare il rinvenimento di 695 fascicoli relativi a crimini nazifascisti.
Desidero informarLa inoltre che nel documento conclusivo la Commissione Giustizia ha sottolineato l'importanza di istituire, nella prossima legislatura, una commissione d'inchiesta su quei fatti per verificare quali siano stati gli ostacoli che hanno impedito alla giustizia di fare il suo corso, avvalendosi anche di un Comitato di studiosi che lavori ad una ricostruzione storica esauriente dell'intera vicenda.
Spero di farLe cosa gradita inviandoLe i resoconti stenografici dell'indagine conoscitiva nonché il documento conclusivo approvato il 6 marzo scorso.
Il Presidente Violante Le invia i suoi più cordiali saluti cui unisco i miei personali
dott. Aldo Stefanin (documento 17)