_SCOMPARSI OLTRE CENTO REGISTRI DAL CARCERE DI REGINA COELI RIGUARDANTI MIGLIAIA DI DETENUTI POLITICI DAI NAZIFASCISTI
CARCERE DI REGINA COELI DI ROMA
La congiura del silenzio non ha risparmiato nemmeno il carcere di Roma, nel quale, come è noto, dal 1943-1944 migliaia di detenuti politici vennero fatti rinchiudere dal tribunale di guerra tedesco e fascista, e precisamente: ufficiali, soldati, civili, ebrei, preti e partigiani, erano elencati in oltre 100 registri; orbene, tutti questi nomi sono scomparsi.
Le lotte, piene di sacrifici, compiute dall'autore del libro-denuncia Villa Wolkonsky e dagli altri reduci, per fare emergere la verità e recuperare le salme degli eccidi commessi nel Lazio dai nazi-fascisti, ebbero solamente un epilogo con il loro intervento nel 1988 nell'ex Consolato Tedesco di Villa Wolkonsky, ove indicarono in parte agli inglesi le fosse comuni delle vittime trucidate. Dopo oltre 43 anni, essi hanno anche smesso di rivolgersi al Governo italiano affinché emergesse la verità su Villa Wolkonsky, perché già in precedenza ciò aveva portato sempre e solo a grandi illusioni. Essi, però, non si sono dati pace, erano testimoni e protagonisti di quelle tragedie, ma erano anche ragazzi privi di esperienza politica e pieni di entusiasmo per la giustizia. Purtroppo non sapevano di avere a che fare con persone del Governo corazzati di astuzia e furbizia. Fra l'altro, per farli tacere, oltre agli attentati subiti, li perseguitarono per oltre vent'anni con processi inventati in Corte d'Assise al solo scopo di distruggerli anche moralmente (documento 15).
CARCERE DI REGINA COELI DI ROMA
La congiura del silenzio non ha risparmiato nemmeno il carcere di Roma, nel quale, come è noto, dal 1943-1944 migliaia di detenuti politici vennero fatti rinchiudere dal tribunale di guerra tedesco e fascista, e precisamente: ufficiali, soldati, civili, ebrei, preti e partigiani, erano elencati in oltre 100 registri; orbene, tutti questi nomi sono scomparsi.
Le lotte, piene di sacrifici, compiute dall'autore del libro-denuncia Villa Wolkonsky e dagli altri reduci, per fare emergere la verità e recuperare le salme degli eccidi commessi nel Lazio dai nazi-fascisti, ebbero solamente un epilogo con il loro intervento nel 1988 nell'ex Consolato Tedesco di Villa Wolkonsky, ove indicarono in parte agli inglesi le fosse comuni delle vittime trucidate. Dopo oltre 43 anni, essi hanno anche smesso di rivolgersi al Governo italiano affinché emergesse la verità su Villa Wolkonsky, perché già in precedenza ciò aveva portato sempre e solo a grandi illusioni. Essi, però, non si sono dati pace, erano testimoni e protagonisti di quelle tragedie, ma erano anche ragazzi privi di esperienza politica e pieni di entusiasmo per la giustizia. Purtroppo non sapevano di avere a che fare con persone del Governo corazzati di astuzia e furbizia. Fra l'altro, per farli tacere, oltre agli attentati subiti, li perseguitarono per oltre vent'anni con processi inventati in Corte d'Assise al solo scopo di distruggerli anche moralmente (documento 15).